21/10/2025 CASTEL D’AZZANO – Strage di Castel d ‘Azzano. Ad una settimana dalla morte dei tre carabinieri, Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, i famigliari delle vittime chiedono chiarezza sul blitz che ha portato alla morte i loro cari || Il dolore, le lacrime strozzate in gola e le bare avvolte dal tricolore. Ad una settimana dalla tragedia, i famigliari di Marco Piffari hanno affidato ad un legale, l’avvocato Davide Adami, i dubbi, le mille domande senza riposte. Chiedono chiarezza sul blitz che gli ha strappato per sempre il loro caro. I legale preferisce non parlare a microfono ma ci spiega che nei prossimi giorni contatterà anche le famiglie delle altre vittime. È presto per parlare di una strategia processuale, ma ora serve fare chiarezza”, spiega l’avvocato. “Bisogna capire come è stata organizzata la perquisizione e l’irruzione nella casa dei Ramponi e che cosa avevano in mano i militari per preparare il piano d’accesso al casale ma soprattutto se è stato fatto tutto il possibile per garantire l’incolumità dei carabinieri. Non volgiamo puntare il dito verso nessuno ha spiegato l’avvocato ma capire cosa è andato storto. Una tragedia che poteva essere evitata? quelle molotov viste qualche giorni prima sul tetto della case, le continue minacce di Maria Luisa Ramponi rivolte a chiunque volesse entrare o portagli via l’abitazione, l’ instabilità emotiva, l’isolamento totale dei fratelli dalla comunità. Aspetti che rimarcavano la complessità della situazione. Nell’esplosione sono morti Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, il piu giovane. Uccisi sotto le macerie del casolare. I responsabili, i tre fratelli ramponi sono ora accusati di Strage detenzione di esplosivo e resistenza a pubblico ufficiale. Ma le famiglie voglio capire perché tutto questo è capitato. Intanto la donna che ha innescato l’inferno, Maria Luisa Ramponi la più piccola del fratelli è ancora ricoverata in ospedale. Il suo difensore l’avvocato Alessandro Ballottin ha chiesto al policlinico Borgo Trento di poter palare con la sua assistita appena sarà possibile. Ma la strada che potrebbero percorrere i legali degli indagati è quella di una perizia psichiatrica per stabilire se fossero capaci di intendere o volere la – Intervistati Avv. ALESSANDRO BALLOTTIN- Difensore Maria Luisa Ramponi (al telefono) (Servizio di Daniela Sitzia)
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