09/12/2025 ROSSANO VENETO – Maxinchiesta della Guardia di Finanza sul presunto mancato versamento delle accise riguardo alla compravendita di prodotti petroliferi. Un imprenditore bassanese è indagato || Un’inchiesta per autoriciclaggio e falso ideologico che fa rumore. Sono le ipotesi d’accusa – tutte da dimostrare – nei confronti di un imprenditore bassanese, Andrea Dissegna, nell’ambito della presunta movimentazione irregolare di prodotti petroliferi a Rossano Veneto. A muoverle è la Guardia di Finanza. L’indagine ha portato al maxi-sequestro nei confronti del gruppo Dissegna, azienda di trasporti. A fine aprile i finanzieri, su delega della Procura di Vicenza, avevano sequestrato un’area di sosta, 4 mila litri di carburante, 27 mila euro in contanti, quattro Rolex e una trentina di mezzi pesanti. Un valore complessivo superiore ai due milioni di euro, a fronte però di una presunta evasione di accise stimata in soli 50 mila euro. Una sproporzione che adesso è stata sanata dalla Cassazione. L’indagato Dissegna ha sostenuto la mancanza di proporzionalità tra il tipo d’accusa e l’entità milionaria del sequestro. Infatti, la Cassazione nei giorni scorsi ha accolto i ricorsi contro la decisione del Tribunale del Riesame di Venezia, presentati dagli avvocati Roberto Dissegna e Loris Tosi, annullando l’ordinanza e disponendo il rinvio per un nuovo giudizio. Secondo i giudici di legittimità, il Tribunale non ha motivato in modo adeguato due aspetti decisivi: la proporzionalità della misura cautelare e l’esistenza di un pericolo concreto di ripetizione dei reati. Restano invece confermate le valutazioni sugli indizi dei reati e sulla competenza territoriale. Ora il fascicolo torna al Tribunale di Venezia per riesaminare ogni punto del sequestro. E’ una decisione che è attesa dall’intero settore del trasporto italiano dei carburanti. (Servizio di Ivano Tolettini)
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