20/01/2022 VICENZA – La gestione dei green pass si complica molto nei centri commerciali, dove convivono attività molto diverse tra loro. In questi casi come funziona? Abbiamo cercato di fare chiarezza. || Attenti al green pass. C’era una volta la benzina, quella normale e quella super: carburante per andare in giro. Oggi per andare in giro c’è la certificazione verde: quella super per avere libero accesso in certe attività, quella normale per altre, nessuna per poche. Certo, per capire come dove e quando si può entrare in un negozio, bisogna studiare. E studiare bene, perchè non è mica facile orientarsi nella giungla dei decreti del Governo, con normative che si accavallano e si annodano:E già: i decreti anti-covid rischiano di trasformarsi in terribili rompicapi per i centri commerciali, che sono delle vere e proprie torri di babele in cui convivono le attività più diverse: da cinema, bar e ristoranti, per cui è obbligatorio il super green pass, ai supermercati in cui può entrare chiunque, anche senza vaccino e senza tampone, fino ai parrucchieri, dove invece da oggi è necessario il green pass normale. Ma la situazione rischia persino di peggiorare con l’atteso allegato del decreto che dovrà specificare più dettagliatamente la categoria dei negozi che, in base alla merce che vendono, hanno la necessità o meno di controllare il green pass a partire dal primo febbraio e fino al 30 marzo quando si conclude l’emergenza sanitaria che però potrebbe essere prorogata. Il problema è che ci sono attività che negli stessi spazi vendono vari prodotti come gli ipermercati, che rischiano di dover creare quartieri diversi: quello degli alimentari, quello dell’elettronica e quello dell’abbigliamento. E per passare da un quartiere all’altro servirebbero i green pass. – Intervistati ALESSANDRO ARTOLOZZI (Direttore Centro Commerciale) (Servizio di Carlo Alberto Inghilleri)


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