15/02/2022 VICENZA – Grande vittoria per Rete Veneta e per i cittadini l’acquisizione di Palazzo Thiene da parte del Comune di Vicenza. Oggi, però, c’è una minaccia per le opere custodite nel nuovo museo aperto al pubblico. || Una minaccia incombe sulle opere custodite a Palazzo Thiene. Mercanti e collezionisti si preparano ad assaltare la raccolta d’arte dell’antica sede di BpVi che, dopo una lunga battaglia di Rete Veneta al fianco dei cittadini, è stata acquistata dal Comune di Vicenza ed è diventata un museo aperto al pubblico. C’è un tesoro di opere che oggi sono vincolate a Palazzo Thiene, che appartengono alla storia di Vicenza, che sono state collezionate negli anni con i risparmi dei vicentini, e che adesso rischiano di essere svincolate, vendute e disperse. Un corpus di 1.200 opere che i commissari liquidatori provano a vendere, sempre che non si faccia avanti lo Stato col diritto di prelazione. Ed è questo il punto: stiamo parlando di capolavori che appartengono all’umanità, che appartengono ai vicentini in modo integrale. Distaccare Vicenza dalle sue opere sarebbe una violenza all’arte, alla cultura, alla storia di un popolo. Non c’è popolo senza la sua cultura, non c’è cultura senza il suo popolo. E chi deve salvaguardare questo principio inviolabile, se non lo Stato? Che il Governo si attivi, dunque, come non ha fatto quando si è trattato di acquistare Palazzo Thiene, lasciando questa incombenza morale al Comune di Vicenza, che invece ha fatto il suo dovere fino in fondo. A conferma di quanto sosteniamo la sovrintendenza ha vincolato le Opere col Palazzo che le custodisce. I liquidatori di BpVi hanno chiesto l’annullamento del vincolo, ma il Tar ha respinto il ricorso. Adesso l’ultima parola spetta al Consiglio di Stato: se annullasse il vincolo le opere rischierebbero di essere disperse nel mercato ma, di contro, verosimilmente acquisirebbero un valore più alto rispetto a quello che avrebbero se restassero vincolate. E questo è il secondo punto a cui bisogna prestare attenzione: sì, perchè, i liquidatori avrebbero deciso di non aspettare la sentenza del Consiglio di Stato e vorrebbero pertanto procedere alla vendita: in tal caso entro fine febbraio chi avesse intenzione d (Servizio di Carlo Alberto Inghilleri)


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