VICENZA – Aspettando il picco del contagio, previsto a metà novembre, continua l’onda anche dei negazionisti. Livio Dalla Verde Pischiatra del Centro di salute mentale dell’Uls 8 di Vicenza traccia un quadro del fenomeno. || Le persone ancora non hanno acquisito ancora una fiducia piena sui tempi di un del vaccino, della sua efficacia, temono la reinfezione e tanti non hanno paura di nulla e vanno a prendersi il Covid nelle serate di movida. Incertezza, scarsa conoscenza o consapevolezza aprono le porte anche a convinzioni che arrivano a negare la presenza del virus, a negare che vi siano stati dei decessi a causa del virus, a pensare che tutto sia un complotto cinese piuttosto che dei governi che così controllano la popolazione, in una parola negazionisti. Soggetti che hanno in sé, spiega Livio Dalla Verde Psichiatra del centro di salute mentale dell’Ulss 8 di Vicenza, delle caratteristiche “personologiche” che fanno si che una persona fuga della realtà, una superficialità, un’onnipotenza che potrebbe raffigurarsi quasi come uno disturbo della personalità. Negazionismo non nuovo ma che è stato presente anche in passato in situazioni simili. Come destreggiarsi in questo mare magnum di informazioni talvolta contraddittorie? La ricetta del tutto personale per Dalla Verde è legata alla speranza e alla fiducia su alcuni strumenti, come luna sempre maggiore coscienza dei comportamenti da tenere, la fiducia che chi nega cambia poi approccio a seguito della malattia e poi la scienza che ha avuto un’accelerazione fortissima e fa passi da gigante su cure e vaccino. – Intervistati LIVIO DALLA VERDE (Psichiatra Centro di salute mentale Ulss 8 Vicenza) (Servizio di Gabriella Basso)