11/05/2022 BASSANO DEL GRAPPA – Domani verrà portato in commissione a Bassano il progetto che potrebbe trasformare 160 mila metri quadri di campagna in un insediamento produttivo || Immaginate un lembo di campagna bassanese ritagliato fra la Pedemontana, San Lazzaro e via Cartigliana. Un angolo di verde solcato da rogge e strade bianche, a due passi dal Brenta. Adesso immaginate di calare su questa cartolina 160 mila metri quadrati di cemento e capannoni. Qualcosa come 25 campi da calcio senza alcuna compensazione ambientale, cubature di conseguenza in deroga a quanto già previsto dai piani comunali, mezzi pesanti in transito su una viabilità nata per esigenze completamente diverse. Già, perché c’è in ballo una trasformazione clamorosa di quest’area legata a un procedimento fallimentare in mano al tribunale di Vicenza, che ha messo all’asta i terreni e li ha aggiudicati a tre aziende del territorio. Il cardine di tutto questo è che li ha aggiudicati in modo provvisorio, e qui entra in ballo il territorio che ha l’occasione di dire la sua. L’aggiudicazione è infatti provvisoria perché il terreno dovrebbe passare da area agricola a produttiva, con un progetto di trasformazione e una variante urbanistica in deroga. Deroga che può arrivare tramite un procedimento nel quale saranno coinvolti – tramite una conferenza dei servizi – vari enti fra i quali anche il Comune. Nelle prossime ore l’Amministrazione di Bassano porterà in commissione all’attenzione dei consiglieri comunali di maggioranza e minoranza l’intero pacchetto e, secondo i ben informati, ci sono tutte le premesse perché si possa arrivare a una posizione di netta contrarietà al procedimento. Lo spazio di manovra – checché se ne dica – ora c’è e la politica ha la possibilità di dimostrare, una volta tanto, di saper superare bandiere di partito per raggiungere un obiettivo per tutto il territorio. Governare, ognuno con le proprie responsabilità, per costruire la città di domani e dei prossimi 20 anni. Altrimenti questa sarà l’ennesima occasione persa. (Servizio di Ferdinando Garavello)


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