31/08/2022 VICENZA – Anche le scuole rischiano rincari enormi e bollette triplicate nei prossimi mesi. Sull’onda della paura qualcuno ha lanciato la proposta della settimana corta, lezioni dal lunedì al venerdì. Ma si può fare? Sentiamo || La paura è che anche le scuole siano vittime del caro bollette, e i loro conti energetici vadano in crisi. Cosa fare? Sta nascendo in Italia un movimento trasversale che propone la settimana corta. Lezioni da lunedì a venerdì, e poi due opzioni. Recuperare le ore con lezioni pomeridiane, due/tre pomeriggi alla settimana, fino alle 16 circa, oppure lezioni a distanza, in DAD, solo per sabato.A Vicenza ne stanno discutendo gli insegnanti e i presidi, ma nei corridoi o al bar, perchè in realtà nessuna scuola può decidere in autonomia. E così ad esempio tra le 60 aule dell’Istituto Boscardin sono distribuiti 1400 studenti, la maggior parte viene dalla provincia e anche da Padova. Qui si aspetta la voce del Provveditorato o della Provincia, o meglio ancora una comunicazione da Roma.Su un piatto della bilancia il possibile risparmio, sull’altro il recupero delle ore al pomeriggio. La DAD sembra esclusa.E poi il grande nodo dei trasporti. Spostare le ore al pomeriggio significa riorganizzare tutta la rete di trasporto: servono più autobus, più personale, e nuovi orari.Quindi lo studente finisce alle 16, arriva a casa anche alle 18, deve fare i compiti e ripartire per la scuola magari alle 6.30 del mattino, per 7-8 ore di lezione. La cosa migliore sarebbe insomma una norma nazionale. Insomma, prima di tutto, serve qualcuno che calcoli il risparmio energetico tra chiudere la scuola il sabato e tenere accesi i termosifoni al pomeriggio. E a due settimane dall’inizio delle scuole, il pericolo di un pasticcio è dietro l’angolo. – Intervistati VINCENZO TRABONA (Associazione Nazionale Presidi Vicentini) (Servizio di Federico Fusetti)


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