02/09/2022 BASSANO DEL GRAPPA – Una delle battaglie di ReteVeneta arriva ad una svolta: il celebre dipinto “Il miracolo delle quaglie” di Jacopo Da Ponte, secondo il Tar, deve tornare in Italia || A quasi un anno dal suo trasferimento negli Stati Uniti, si riapre la possibiltà che il dipinto di Jacopo Bassano “Il miracolo delle quaglie” o “La raccolta delle coturnici” torni in Italia. Una sentenza del Tar del Lazio incarica i Carabineri di andare a prelevare il quadro, olio su tela di 150×235 cm, e di riportarlo in patria. Il celebre dipinto, commissionato nel 1554 dal patrizio veneziano Domenico Priuli, è attualmente esposto al Getty Museum di Los Angeles, che ad ottobre 2021 lo aveva acquistato dagli ultimi proprietari, gli eredi dell’antiquario fiorentino Vittorio Frascione. Lo scorso 21 gennaio il Ministero della cultura ha revocato il certificato di libera circolazione della tela che era stato rilasciato nel 2018 dall’Ufficio esportazione di Pisa. Due mesi dopo è stato avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse culturale dell’opera. Quindi il capolavoro non sarebbe mai dovuto uscire dall’Italia proprio per il suo valore artitisco e culturale. Secondo il Tar, i venditori sono stati reticenti quando hanno chiesto alla Soprintendenza il certificato di libera esportazione: ne hanno infatti sminuito il valore economico a 70mila euro, indicando un titolo generico, sostenendo che non fosse in buone condizioni e allegando una foto di scarsa qualità. Tutto falso secondo i giudici, che hanno così intimato il rientro della tela. Ma sulla sentenza sono arrivati due ricorsi. Secondo il Getty Museum i Carabinieri non hanno giurisdizione in un’istituzione privata degli Stati Uniti, secondo i vecchi proprietari la città di Bassano e il Veneto possiedono già un ricco patrimonio di opere del pittore. A capo della struttura museale di Los Angeles c’è peraltro un bassanese, Davide Gasparotto, che giusto un anno fa era stato insignito del premio cultura Città di Bassano e che ha subito esposto l’opera al pubblico. Il dipinto quindi non era messo così male né era di così poco pregio da poter restare nascosto e quel riconoscimento oggi suona un po’ beffardo. La (Servizio di Mirco Cavallin)


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