22/10/2022 CHIAMPO – Anche il settore della concia, aziende che contribuiscono alla ricchezza del territorio vicentino, risentono pesantemente dell’impennata di costi dell’energia. E le aziende lanciano un appello allo Stato. || Tempi difficili per il distretto della concia, settore nevralgico per l’economia vicentina e non solo. Queste aziende sono energivore, ma soprattutto i sistemi di depurazione della concia lo sono. Parliamo di 7/8 milioni di euro in più da pagare rispetto al passato, un 20-30% in più di bollette, e poi il processo di depurazione, un’ulteriore spesa aggiuntiva, col rischio che ricada sulle concerie e sui costi di produzione.Ci sono poi delle stranezze, come vengono giudicate dalle imprese. L’azienda di depurazione lavora per tutte le concerie, giustamente riunite per ottimizzare i costi. Ma ecco la cosa strana.Distretto e sindaci chiedono allo stato di rivedere la posizione, e di inserire la depurazione dell’acqua nell’attività della concia. Anche perchè per le aziende che hanno a che fare con l’utente finale è impensabile aumentare troppo i prezzi.Un’operazione però questa, che non si potrà fare all’infinito. I risparmi delle aziende prima o poi finiranno, e la crisi esploderà, se non ci sarà prima un intervento dello Stato. Col rischio del trasferimento all’estero della produzione.L’appello di sindaci e aziende allo Stato, dunque, è quello di intervenire subito. Un settore fondamentale per l’economia vicentina e veneta, infatti, è pieno di dubbi e preoccupazioni per il futuro. – Intervistati MATTEO MACILOTTI (Sindaco di Chiampo) (Servizio di Federico Fusetti)


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