12/01/2023 TRENTO – Disastro della Marmolada: per i periti della Procura di Trento “l’evento non era prevedibile”. L’inchiesta verso l’archiviazione. || Il disastro che lo scorso 3 luglio causò la morte di 11 alpinisti sulla Marmolada non era prevedibile. A sei mesi dall’evento è stato reso noto l’esito della perizia eseguita dai professori Carlo Baroni, del Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pisa, e Alberto Bellin, della facoltà di ingegneria dell’Università di Trento, con il contributo di altri tre docenti universitari e di un ricercatore del Cnr incaricati dalla Procura di Trento di studiare l’evento per capire se questo poteva essere evitato. Le anticipazioni, nell’edizione di oggi del Corriere del Trentino. “Sulla base delle conoscenze disponibili, l’evento non era prevedibile e non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati nei giorni precedenti, suggerire un alto rischio di crollo imminente” scrivono i periti che hanno effettuato una analisi approfondita sul clima di quei giorni e sulla consistenza del ghiacciaio. Per gli esperti, “le temperature elevate registrate da metà giugno hanno indotto un’intensa fusione superficiale della neve residua, del nevato e del ghiaccio comportando la riduzione di circa 7 centimetri al giorno del ghiacciaio della Marmolada”. Nella perizia si sottolinea come il ghiacciaio “in soli 10 anni avrebbe perso oltre 5 metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio dimezzando la sua estensione in poco più di 30 anni. Secondo gli esperti a provocare il distacco del seracco fu un insieme di fattori: dallo scioglimento della neve di superficie alla formazione di torrenti epiglaciali che hanno contribuito alla disgregazione del ghiaccio. La procura di Trento, sulla base delle risultanze della perizia, ha annunciato la richiesta di archiviazione dell’inchiesta sul disastro. (Servizio di Tiziana Bolognani)
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