15/08/2023 BRENDOLA – Per controllare il rischio idraulico e gestire l’emergenza idrica nel vicentino molte le opere già realizzate dai consorzi di bonifica. Indispensabile però la costruzione di un grande bacino nella fascia pedemontana. || L’emergenza idrica indotta dai cambiamenti climatici, oscilla repentinamente tra siccità e rischio allagamenti, anche nel vicentino. La scelta dei consorzi di bonifica in questi ultimi anni è stata di realizzare tanti piccoli invasi, gestiti come tante oasi naturalistiche come quello di Brendola, di Caldogno e di Trissino, Bacini con la doppia valenza di laminazione e di accumulo, ma non basta. Per questo serve anche una grande opera nella fascia pedemontana per regolare il deflusso idrico stagionale. Serve la diga di Meda.Un’opera prioritaria per la regione Veneto per la quale è stato nominato un commissario apposito. Il dimensionamento sarebbe già in fase avanzata. Oltre alla semplificazione serve ora un’opera di concertazione con tutti gli interessati, a partire dai sindaci dei comuni pedemontani. Gli argomenti di persuasione non mancano. – Intervistati SILVIO PARISE (PRESIDENTE CONSORZIO DI BONIFICA ALTA PIANURA VENETA) (Servizio di Daniele Garbin)


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