17/08/2023 LUSIANA CONCO – La piaga dei cinghiali nell’Altopiano dei Sette Comuni: pascoli distrutti, prati irrecuperabili e ora il comparto agricolo si trova a dover gestire una nuova minaccia, oltre a quella dei lupi || I lupi che da anni imperversano sull’Altopiano sono in buona compagnia: da qualche tempo infatti c’è un’altra specie che sta creando danni immensi al territorio, con ricadute immediate e anche sul lungo termine. Sono i cinghiali, la cui presenza è segnalata dalle devastazioni che i branchi causano ai pascoli del comprensorio altopianese. Ecco un esempio di quello che sono in grado di fare, che ci arriva da un prato di una contrada di Conco. Si tratta di un prato che viene regolarmente sfalciato dai proprietari, che poi raccolgono il fieno per il bestiame. Peccato che dopo il passaggio dei selvatici ci sia ben poco da sfalciare e da raccogliere, fra buche e sassi portati in superficie. Il cinghiale scava con il muso alla ricerca di bulbi e radici, arando letteralmente il pendio e lasciando alle proprie spalle un’area inutilizzabile. Tutto questo avviene in molte zone dei Sette Comuni, anche su pendii piuttosto ripidi che sono quasi impossibili da ripristinare dopo la cena dei cinghiali. Muoversi su questi terreni distrutti non è sempre facile con il trattore e il ripristino costa spesso lunghe ore di lavoro, tanto che c’è chi ha deciso di lasciar perdere e di dedicarsi ad altri prati per la fienagione estiva. Questa dinamica porta però ad altri problemi. Primo su tutti la perdita di aree destinate allo sfalcio e al pascolo, che a lungo andare potrebbe mettere in seria difficoltà gli allevamenti delle terre alte. La seconda problematica riguarda la tenuta idrogeologica delle zone interessate, con ricadute che al momento restano ignote. E così gli agricoltori del comprensorio devono fare i conti con una specie che in altre zone del Veneto – vedi i colli Euganei – ha già dimostrato di essere in grado di poter proliferare senza freno e di poter fare molti danni per l’economia locale. Le associazioni di categoria del settore primario se ne stanno interessando, ma il mondo agricolo vuole risposte. (Servizio di Ferdinando Garavello)


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