12/10/2023 BASSANO DEL GRAPPA – Le campagne di San Lazzaro per ora sono salve, ma a chiudere la partita in modo definitivo potrebbe arrivare la legge di consumo di suolo che giace in un cassetto a Venezia da oltre un anno || Segnatevi questa data: 7 aprile 2022. Quel giorno la seconda commissione permanente del Consiglio Regionale del Veneto, che si occupa di territorio e di difesa dell’ambiente, approvava le modifiche alla legge sul consumo di suolo. Una giornata storica per una delle Regioni italiane nelle quali il consumo di suolo corre a ritmi molto alti, e il bassanese ne sa qualcosa. Quel giorno ci furono 34 voti favorevoli e 7 astenuti, e il progetto di legge venne approvato. Bene, direte voi, con un’approvazione a così ampia maggioranza sarà arrivato immediatamente in aula per il voto definitivo. Ecco, proprio no. Dal 7 aprile 2022 sono passati 553 giorni, oppure 79 settimane o ancora 18 mesi e una manciata di giorni. E delle importanti modifiche alla legge sul consumo di suolo non si è saputo più niente. Giacciono in un cassetto di palazzo Ferro-Fini a prendere polvere, nonostante le molte richieste che arrivano dal Veneto per vedere varata la nuova legge e soprattutto per vederla applicata. Ne sanno qualcosa, dicevamo, anche a Bassano. In particolare nell’area di San Lazzaro, dove nell’ultimo anno e mezzo si è combattuta una lotta senza quartiere per l’ultimo lembo di campagna bassanese. Prima lo sportello semplificato di Agb, Meb e Brunello con un niente di fatto, poi l’emersione di un maxi progetto di Pengo e il collegamento con il domino che sarebbe partito dall’ex Iar e dalla Baxi per arrivare in riva Bianca e Rambolina. Ora questi percorsi sembrano essere stati parcheggiati e sono in molti fra i cittadini e gli addetti ai lavori a chiedersi se l’approvazione della nuova legge regionale sul consumo di suolo possa rivelarsi risolutiva per mettere definitivamente sotto un vincolo quelle campagne contese. La vicinanza della Pedemontana, secondo molti, è una spada di Damocle per quell’area che prima o poi finirà per essere invasa da capannoni, asfalto e cemento. Anzi, più che un rischio si tratta di una certezza visto l’assetto del territorio. Ma, forse, chissà, con tutti i se (Servizio di Ferdinando Garavello)


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