30/09/2024 VICENZA – Il declassamento del lupo secondo Coldiretti “non rappresenta un punto d’arrivo, ma il presupposto fondamentale per la gestione del problema”. || Dieci milioni di euro. A tanto ammonta il valore dei danni provocati dalle predazioni dei lupi, 150 solo in questa stagione e solo nel territorio dell’Altopiano di Asiago. Allargando lo sguardo anche a tutto l’Alto vicentino e anche alle zone più basse, fino alla pianura, la presenza dei lupi è ormai un dato di fatto, così come le predazioni che si sono susseguite nel corso dell’estate. E’ normale pensare, scrive in una nota Coldiretti, che la montagna sia la casa dei lupi. Ma anche un territorio altamente antropizzato come la zona collinare fa i conti quotidianamente con il loro arrivo. Esemplari isolati, se non addirituttra branchi, si stanno spingendo fino in pianura, arrecando non pochi danni ad allevatori e attività. Secondo Fabio Scorzato, presidente di Zona Coldiretti di Schio, i lupi hanno capito che è molto più semplice catturare un vitello, una manza o un asino, anziché inseguire, con molta più fatica e minor certezza del risultato, selvatici come camosci e caprioli. Il lupo si è adattato alla situazione, trovando di fatto pochi ostacoli nelle aree di pascolo, dove non è possibile recintare o avere difese adeguate. Nel frattempo il Consiglio dell’Unione europea ha approvato il declassamento della specie, non un punto d’arrivo, secondo Coldiretti, ma una presupposto fondamentale per la gestione del problema. Gestione, appunto, e non eliminazione, sterminio o trasferimento, anche se un intervento non è più rinviabile.L’organizzazione sottolinea il fatto che la Regione Veneto, da un lato sostiene il progetto di ripascolamento Habitat e il ruolo di allevatori e agricoltori, dall’altro non consente loro di lavorare in assenza di pericoli quali le predazioni dei carnivori. A questo si sommano le incursioni i cinghiali che arano letteralmente il terreno e contribuiscono alla diffusione della peste suina africana. Chi governa il territorio è dunque chiamato ad ascoltare il grido che arriva dalle malghe e dagli allevamenti. (Servizio di Redazione Medianordest)
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