20/06/2025 BASSANO DEL GRAPPA – A due anni dalla bocciatura del percorso che avrebbe dovuto portare capannoni, asfalto e cemento in San Lazzaro i terreni tornano all’asta. Stavolta tutti assieme. || C’eravamo lasciati così, con il consiglio comunale che bocciava il protocollo che avrebbe dovuto portare nelle campagne di San Lazzaro un insediamento con capannoni, asfalto e cemento. Una battaglia durissima, quella di San Lazzaro, che aveva creato una profonda spaccatura nel tessuto sociale e politico della città, e che era culminata con la sconfitta dell’Amministrazione di Elena Pavan. Il consiglio aveva posto una pietra tombale sul percorso, e tanti saluti. Oggi però l’imminente scadenza della nuova asta agita residenti, bassanesi affezionati a quel polmone verde e mondo ambientalista. Già, perché i lotti sono stati messi assieme in un’unica proposta da 150 mila metri quadrati che dai due lati di via Riva Bianca va fino a via Cartigliana e via delle Rogge. Un unico lotto da due milioni e mezzo di euro. L’asta scadrà il 7 luglio alle 12 e sono in molti a temere che questa data possa essere l’inizio di un nuovo percorso simile al precedente. L’associazione ambientalista Aria, da sempre in prima fila nella difesa di San Lazzaro, evidenzia ad esempio. “come nell’avviso di vendita venga ancora allegata la famosa planimetria già inserita nel precedente provvedimento e dalla quale si evinceva l’idea di trasformazione dell’area da agricola ad industriale, nonostante sia prerogativa del Comune pronunciarsi sull’eventuale variante”. Gli ambientalisti – e non solo loro – si chiedono come sia possibile un prezzo ancora così alto per dei terreni che non sarebbero destinati, il condizionale è d’obbligo, a cambiare destinazione d’uso. “L’area di Rivabianca – si legge in una nota emessa dall’associazione – deve essere vocata alla preservazione agro-ambientale e a interventi agricoli che vadano ad implementare l’infiltrazione in falda con opere come la riforestazione o colture di pregio coltivate in modo rispettoso e veramente sostenibile rispetto alla preservazione della qualità dell’acqua e del suolo”. Insomma, il conto alla rovescia è partito. O forse…è ripartito. (Servizio di Ferdinando Garavello)
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