16/08/2024 PALUZZA – Anche il Gruppo Storico Monte Grappa – Btg. Bassano ha partecipato a Paluzza in Carnia alla rievocazioe annuale delle Portatrici Carniche. || La Grande Guerra sulle montagne non l’hanno fatta solo i soldati, molti di loro poco più che ragazzi, sacrificati nei sanguinosi combattimenti contro l’esercito Austro-Ungarico sulle montagne venete e friulane. La guerra l’hanno fatta anche le donne, in particolare coloro che si misero a disposizione dei Comandi militari per trasportare a spalla quanto serviva agli uomini in prima linea.In Carnia, tra il Monte Peralba, sorgenti del Piave, e il Monte Maggiore, sorgenti del Natisone hanno operato per oltre due anni, dall’agosto 1915 all’ottobre 1917, le Portatrici Carniche, che fornivano di viveri, munizioni, medicinali, attrezzi gli oltre 10mila militari presenti in zona. Lungo i sentieri e qualche mulattiera, col carico in spalla di 30-40 chili di merce, questo Corpo di Ausiliarie, pagate una lira e mezza per ogni viaggio, era formato da donne tra i 15 e i 60 anni di età. Ciascuna aveva un bracciale rosso per il ricnoscimento e un libretto sul quale venivano annotate le presenze, il numero dei viaggi, il materiale trasportato l’unità militare per cui lavoravano.Una di loro, Maria Plozner Mentil, cadde durante il servizio, nel febbraio 1916, colpita dal fuoco nemico. Dal 1955 porta il suo nome la Caserma di Paluzza, (unica in Italia intitolata a una donna). La sua salma riposa assieme a quella di 1764 soldati, all’interno del Tempio Ossario di Timau. Le Portatrici viventi hanno ricevuto nel 1969 il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto e un vitalizio di 150.000 Lire alll’anno.La memoria di queste 1400 donne viene onorata dal 1988 dal gruppo Gruppo Storico Portatrici Carniche. Quest’anno, assieme al Gruppo Storico Monte Grappa – Btg. Bassano c’è stata la rievocazione in località Malpasso di Paluzza, riproponendo, almeno in minima parte le file indiane di queste donne che, scorate dai militari, affrontavano i sentieri delle loro montagne, cariche del peso, anche emotivo, di ciò che poteva servire ai loro mariti, padri e fratelli sulla linea del fronte. (Servizio di Mirco Cavallin)


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