28/07/2025 BASSANO DEL GRAPPA – Analisi private e controanalisi di Etra confermano la presenza di Pfas nell’acqua potabile di Bassano. Ma la multiutility e il sindaco rassicurano i cittadini: “La concentrazione è nei limiti di legge” || Pfas nell’acqua potabile bassanese? Sì, ma sotto la quota prevista dalla legge. A pochi giorni dalla storica sentenza sull’ex Miteni e sulla presenza delle sostanze perfluoroalchiliche in una vasta area del Veneto si torna a parlare di questi composti anche a Bassano del Grappa. A parlarne è l’Osservatorio Pfas Bassano, che di recente ha ottenuto i risultati di un campionamento su pozzi e fontanelle pubbliche che confermano una concentrazione di 50 nanogrammi per litro di sostanze perfluoroalchiliche. Un dato che, va detto, è sotto ai limiti di legge. Ma l’Osservatorio ha inviato i dati al consiglio di bacino e alle associazioni ambientaliste del territorio. Tutto nasce nell’aprile di quest’anno, quando le associazioni locali avevano fatto analizzare a proprie spese 19 campioni di acqua potabile provenienti da Bassano, Cassola e Rosà. Dalle informazioni diffuse in seguito risultano alcune anomalie, come i 191 nanogrammi di San Lazzaro, i 211 della fontanella di Parco Baden Powell in Santa Croce e 158 di quartiere Firenze. In seguito i privati hanno fatto eseguire altri campionamenti e nelle scorse ore hanno informato enti e associazioni della presenza di Pfas nelle acque potabili ribadendo che la popolazione non era informata di questa situazione. Della faccenda sono stati informati anche Etra e Amministrazione Comunale e sono scattate le controanalisi. Il risultato evidenzia la presenza di Pfas nei pozzi uno e due di Santa Croce e nella fontanella del parco Baden Powell. I valori si attestano attorno ai 50 nanogrammi, ovvero metà del limite previsto dalla legge. I cittadini chiedono quindi un confronto con le autorità e che la popolazione sia informata su quanto c’è nell’acqua che esce dai rubinetti del territorio. Serve poi, secondo le associazioni, un’indagine sulle fonti di contaminazione che possono aver dato vita ai valori dei Pfas e l’applicazione immediata di filtri a carbone attivi. Abbiamo contattato Etra, che conferma di aver fatto le analisi sui pozzi di (Servizio di Ferdinando Garavello)


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