07/11/2023 BASSANO DEL GRAPPA – Il Veneto è la seconda regione d’Italia per consumo di suolo. E San Lazzaro, secondo molti bassanesi, è l’esempio più lampante di questa situazione || Il Veneto corre e non si ferma mai, e il bassanese è un fiore all’occhiello di una regione che produce ricchezza. E che mangia suolo come non mai. A dirlo è il rapporto annuale dell’Ispra, che nell’atlante nazionale del consumo di suolo mette il Veneto al secondo posto nella lista delle Regioni con il maggior consumo di suolo. A guidare la classifica è la Lombardia, con 290 mila ettari consumati in un anno e il 12 e passa per cento di suolo consumato negli ultimi 12 mesi. La posizione del Veneto è piuttosto scomoda, perché i dati ufficiali parlano di 217 mila ettari di suolo consumati in un anno, pari all’11,88 per cento della superficie “mangiata” all’ambiente e all’agricoltura. La mappa dell’Ispra è piuttosto dettagliata e basta aprire la pagina destinata al Nordest, e nello specifico al bassanese, per vedere quali volumi di suolo se ne vadano letteralmente in fumo – pardon, in asfalto e cemento – in un’area che in passato ha spesso saputo mettere assieme le necessità di sviluppo con le esigenze del comparto primario. E il pensiero corre a San Lazzaro, alle campagne fra Riva Bianca e Rambolina, assediate da un lato dalla sacrosanta esigenza stradale della Pedemontana Veneta e dell’altro da svariati progetti di nuovi insediamenti. Proprio a causa della vicinanza con la superstrada quell’area è spacciata, prima o poi diventerà per forza un centro logistico o produttivo, dicono i ben informati. Allora, a questo punto, sorgono delle domande: perché non vincolare in modo definitivo quell’ultimo lembo di campagna bassanese? Perché non strutturare una regolamentazione in modo da mettere al sicuro un’area sulla quale cittadini, associazioni di categoria, quartieri, ambientalisti e politica si sono già espressi? Ad esempio con un lucchetto nella nuova legge sul consumo di suolo, che giace in un cassetto a prendere polvere a palazzo Ferro Fini. (Servizio di Ferdinando Garavello)